mercoledì 15 settembre 2010

L'uomo impossibile
Il paradossale desiderio di insoddisfazione.
Desiderio di insoddisfazione è la definizione stessa dell’isteria.
Freud disse che le isteriche sono delle donne che non vogliono assolutamente essere soddisfatte, anche se si lamentano sempre di essere insoddisfatte; ma Freud insinua che questo loro lamentarsi è il loro godimento. C’è un paradossale piacere dell’insoddisfazione: perché, fin quando sono insoddisfatto, desidero. Delle ragazze, anche belle, hanno un sacco di corteggiatori, bei ragazzi, ma di tutti dicono: “mi fanno schifo”. Di chi vanno a innamorarsi?, di uomini impossibili.
Le poste del cuore dei giornali femminili hanno ragione: molte donne hanno bisogno dell’Uomo Impossibili. Nella nostra società da una parte si dice che tutto ci è possibile, che chiunque può diventare Bill Gates o Sharon Stone; dall’altra parte invece vige un codice isterico per cui, soprattutto da parte delle donne, si cerca l’impossibile principe azzurro. E appena il principe diventa possibile smette di essere interessante. Questo lo verifico nella clinica ogni giorno. Tante donne, giovani e non giovani, non saranno mai soddisfatte dell’uomo che avranno. Se trovano il compagno perfetto, “devo fare sempre casino”, dicono, ovvero tradirlo. Rendere al compagno la vita impossibile, ecc.
Oggi non ci accontentiamo più della persona che incontriamo e che ci corteggia, questo “possibile” spesso ci irrita. Non c’è niente di più irritante che essere concupiti e corteggiati da persone che consideriamo di basso rango erotico.

Da intervista a S. Benvenuto di P. Valduga

sabato 28 agosto 2010

giovedì 17 giugno 2010

Marchionne

Inverno -20° maglioncino, Giugno +40° maglioncino... vabbè che vuoi creare un'icona... ma è ridicolo.

sabato 28 novembre 2009

Dubai

Ci faceva vergognare nel confronto, la nostra povera economia, fatta di sudore, di sacrificio, di generazioni di sacrifici, di piccole aziende con 5-10-15 dipendenti che sostengono uno stato stanco e infelice per i più. Sto parlando di Dubai e dei vicini emirati. Già mi son vergognato di essere 'occidentale' guardando in tv il Gran premio di F1 a Dubai, tutti i 'manager' di casa nostra, di casa germanica, di casa britannica, di casa giapponese e via via, a mostrarsi e rendersi servi dei vari sceicchi, emiri, vice emiri. Tutti gli occidentali amici a 'prostituirsi' per avere i 5 minuti che potevano significare tornare in patri a e dire a petto gonfio "Ho contatti in Dubai...". Frugando per la rete trovo, grandi economisti che dal 2005 dicevano "Dubai,competitività economica e efficienza", "ricchezza e governo forte", "Dubai prima del Giappone e della Germania nella competitività mondiale", "diventerà come la Firenze del Rinascimento o la Londra del '900", "globalizzazione di esempio", parole del Guardian, dell'Economist, NW e del NYT, dei grandi super analisti che governano l'economia della galassia. 
Ora leggo che gli stessi super pensanti sull'Economist, Guardian, NW, NYT che, scrivono "poche riserve petrolifere", "emiro che pensa più all'acquario che...", "emiro un po' montato la testa", "incapare di rendere conto perfino a se stesso" e via con una nuova crisi, si riparla di Bond, di banche esposte, di pericolo borse, di Argentina...
Firenze di base aveva un'intelligenza, aveva il rinascimento, aveva il genio di grandi personaggi, Londra aveva la tecnologia, l'orgoglio, la cultura. Lì vedo presunzione e 'prostituzione' degli occidentali, un po' di barili di petrolio che danno una ricchezza ignorante, povera, aleatoria e con pochissimi diritti civili per chi lavora e a volte delle donne.
Per il bene di tutti, vorrei che i grandi e piccolo economisti, analisti di bilanci si astenessero di giudicare, di predirre, di parlare, di farsi vedere in giro per almeno tre o quattro anni, stipendiati lo stesso, ma zitti.
Sono deluso.